"Ogni fine é solo un nuovo inizio"
Il viola è il colore che simboleggia la spiritualità, la magia, la morte, l’aldilà il sacrificio.
Oggi voglio parlare della morte perché è un tema che mi affascina e che negli anni e durante la mia
esperienza di infermiera ho avuto modo di sperimentare e vivere in diversi ambiti.
“La morte, che cosa è?
“Perché nonostante i tanti progressi, questo è ancora un tema tabu'?”
“Perché nella nostra cultura la morta è ancora vista come qualcosa di tetro e tenebroso?”
La paura della morte è la paura più grande dell’uomo.
Confrontarsi con la fine, nostra o di chi ci sta vicino non è una cosa facile, rappresenta comunque il più
grande dei misteri della vita umana ma mai come oggi è diventato così difficile gestire questa paura, se solo immaginiamo quello che è successo durante il covid e che tutt’ora gira attorno a quel tema.
Ci sono culture che vivono la morte con estrema pace e serenità, come un passaggio, come un nuovo inizio, facendo rituali e danze proprio per celebrare questo evento in maniera estremamente consapevole.
Nella nostra società invece la morta è stata allontanata dalla vita quotidiana, quasi negata, se si pensa a
quante “frottole” si raccontano ai bambini legate a questo tema, e questo ha fatto si che questa paura ci
inseguisse con più forza, aumentandone i livelli e arrivando addirittura al punto di non essere più in grado di essere gestita; sì perché più una paura la si allontana più quest’ultima si fa sentire e per fare in modo che una paura venga smantellata l’unica possibilità che si ha è affrontarla.
Personalmente la morte non mi spaventa, né la mia né quella di chiunque altro, credo in una vita
ultraterrena e il fatto di aver vissuto tante ore al letto di una persona morente e averlo assistito durante il distacco da questa terra mi ha arricchita come donna e come infermiera, sviluppando sempre di più la mia sensibilità, la mia capacità ascolto, la mia fede e la mia fiducia in qualcosa di molto più grande della vita terrena.
Credo che sia importante ricordarsi della propria mortalità e di quella degli altri, per essere in grado di
vivere più intensamente e costruttivo il tempo che hai a disposizione adesso, imparando a gioire, amare,
accettare, non accontentarsi.
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